Con il termine emorroidi ci riferiamo comunemente al disturbo già in corso. In realtà, le emorroidi sono una struttura anatomica fisiologicamente presente nel nostro corpo. Può succedere che, a causa della particolare conformazione della parte finale dell'intestino, di stili di vita scorretti o di una predisposizione genetica, siano soggette a incorrere in gonfiori e infiammazioni. Si ha a quel punto l'insorgenza della fastidiosa malattia emorroidaria.
Conoscere l'anatomia, la funzione e il normale comportamento delle emorroidi ci permette di affrontare con più consapevolezza il problema. Spesso, infatti, si ritarda la visita medica solo per imbarazzo. È invece importante far valutare il prima possibile il problema da un professionista, che potrà indirizzare il paziente verso il trattamento migliore in base al suo specifico caso.
Cosa sono le emorroidi
Il termine emorroidi deriva dal greco ed è formato dalle due parole hâima "sangue" e rhéō "scorrere, fluire". Le emorroidi sono strutture vascolari sempre presenti nel canale anale. Anche le persone in perfetta salute, quindi, hanno le emorroidi. La loro funzione è molto importante e in condizioni normali non solo non danno fastidio, ma non ci accorgiamo assolutamente della loro presenza.
Le emorroidi sono strutture nodulari, particolarmente sensibili al tatto, che si presentano di colore rosso-violaceo. Questa particolare colorazione è dovuta al fatto che sono formate da un tessuto spugnoso ricco di vene e capillari.
Sono mantenute ben salde alla parete interna del canale anale attraverso una serie di legamenti fibrosi. A seconda della posizione, si definiscono emorroidi interne ed emorroidi esterne. Le emorroidi interne sono quelle che rimangono all'interno del canale anale, risultando dunque completamente invisibili. Si dicono, invece, esterne, quando sono posizionate in modo da fuoriuscire dall'apertura anale, e possono quindi essere viste a occhio nudo.
Quando diventano patologiche, le emorroidi vengono suddivise in 4 gradi di gravità:
- 1° grado: Le emorroidi rimangono completamente interne. L'unico sintomo che danno è il sanguinamento e una eventuale sensazione di pienezza e fastidio;
- 2° grado: Si ha il prolasso delle emorroidi all'esterno, ma solo durante sforzi intensi, come durante l'evacuazione. Rientrano spontaneamente una volta interrotto lo sforzo. Possono essere causa di sanguinamento, prurito e fuoriuscita di secrezioni dall'ano;
- 3° grado: In questo caso il prolasso rientra ma solo manualmente. Possono portare a una leggera incontinenza fecale;
- 4° grado: Il prolasso non si risolve nemmeno manualmente. Il dolore può essere anche molto intenso. L'unico rimedio risolvente è l'intervento chirurgico.
Qual è la funzione delle emorroidi
Non tutti sanno che le emorroidi hanno un'importante funzione a livello fisiologico. Si occupano, insieme allo sfintere anale, di controllare sia l'evacuazione che la continenza. Essendo così riccamente vascolarizzate e piene di sangue, infatti, hanno la capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi all'occorrenza. Normalmente, in condizioni di riposo, le emorroidi si presentano più gonfie, riempiendosi di sangue. In questo modo contribuiscono a chiudere l'ano (costituiscono fino al 15-20% della pressione anale), trattenendo all'interno sia le feci che il gas. Al contrario, durante l'evacuazione si rilassano, favorendo lo svuotamento del canale anale.
Le emorroidi iniziano a creare fastidio quando vanno incontro a gonfiori e infiammazioni. La parete anale è costituita da tessuto molto lasso, che tende a cedere facilmente, provocando una dilatazione delle emorroidi stesse. Ne consegue l'avvio di un processo infiammatorio, che comporta tutte quelle fastidiose conseguenze che conosce bene chiunque abbia sofferto di emorroidi almeno una volta nella vita.
A diventare particolarmente fastidiose, sono, in prevalenza le emorroidi esterne. Questo è dovuto alla differenza di tessuto su cui sono posizionate. Le emorroidi interne sono situate al di sopra della linea pettinata, dove si ha la mucosa rettale, molto meno sensibile. Le emorroidi esterne, al contrario, si trovano sulla mucosa anale, molto più sensibile al dolore.
Quando sono infiammate, le emorroidi possono causare prolasso, ematomi o coaguli di sangue, ovvero trombi. Si può arrivare a un sanguinamento anche intenso, a gocce o a spruzzi durante l'evacuazione. Il paziente avverte vari sintomi di diversa intensità, come una sensazione di fastidio, prurito, bruciore e dolore. Sono possibili anche perdite di muco dall'ano. Il sanguinamento dato dalle emorroidi è sempre di colore rosso-vivo. Questo è un fattore importante da tenere presente, in quanto la presenza di sangue coagulato può essere indice della presenza di patologie ben più gravi. È sempre bene, quindi, rivolgersi immediatamente al medico nel caso si notino irregolarità.
Le emorroidi creano imbarazzo: ma quanti ne soffrono?
Sapere con certezza l'incidenza data dai disturbi alle emorroidi fra la popolazione non è facile, perché ancora oggi dietro a questa patologia si nasconde un certo imbarazzo. La malattia emorroidaria è infatti legata all'ano, una parte del corpo considerata privata e personale. È un disturbo di cui non tutti vogliono parlare, ma indagando un po', anche solo fra amici e conoscenti, è chiaro che sia molto più diffuso di quanto non si creda.
A soffrirne sarebbe almeno il 10% della popolazione mondiale, e alcune ricerche hanno evidenziato che circa il 50% delle persone ne sia stato colpito almeno una volta nella vita. L'incidenza è più alta nei paesi sviluppati, senza che ci sia una reale discrepanza fra uomini e donne.
Le donne possono soffrire di emorroidi, in particolare, durante la gravidanza o subito dopo il parto. Sia i cambiamenti ormonali, che l'aumento della pressione pelvica, possono favorire l'insorgenza del problema, che tende comunque a scomparire spontaneamente dopo alcuni mesi.
Fra le altre cause scatenanti, uno stile di vita scorretto è quello che influisce di più, correlato a una stipsi continuata, al consumo di alcol e al progredire dell'età.